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Su Altre Voci: recensione di #SantaMuerte Patrona dell’Umanità

3d648-santamuerte[Ogni tanto pesco in rete una recensione in sospeso liberamente nel web di Santa Muerte Patrona dell’Umanità, libro che nel 2016 è stato ristampato ed editato in versione eBook. Questa è di Michele Castelvecchi per Altre Voci (non conosco la data) – F. L. – Leggi sotto o scarica dal Link recensione-santa-muerte-altre-voci]

“Non si può raccontare il Messico, si può solo credere nel Messico. Con amore e con rabbia ma soprattutto con totale abbandono”. (Carlos Fuentes)

Un’immensa varietà di razze, culture, lingue legate da un filo comune: la Mexicanidad, una sorta di “filosofia del vivere”, poggiata su radici molto antiche e profonde e su un grande attaccamento alla propria memoria. Tutte cose di cui forse altrove si è un po’ persa traccia e di cui si sente la mancanza e che qui invece sono il quotidiano.

A un primo impatto, per chi viene da fuori, per lo straniero, può sembrare tutto magico o surreale. Ma è solo una impressione superficiale, tanto che secondo la convinzione di alcuni intellettuali locali, se Kafka fosse vissuto a Città del Messico, avrebbe fatto il cronista di un giornale locale…. Continua a leggere


#Collection (1) Materiali e #Info sulla #SantaMuerte #NiñaBlanca #Mexico #Flaquita #HolyDeath

SantaMuertePatrona_copertinamezza

A questo LINK il libro SANTA MUERTE. PATRONA DELL’UMANITA’ e IL SUO BLOG

Oggi sei tra le braccia della vita, ma domani sarai nelle mie. Quindi, vivi la tua vita. Ti aspetto. Distinti saluti, La Morte (cartello anonimo)

In Uscita A INIZIO FEBBRAIO 2013 nelle librerie e on line Santa Muerte. Patrona dell’Umanità 

ma qui…  IL SUO BLOG SANTA MUERTE PATRONA,

libro in italiano sul culto alla Santissima Muerte di Fabrizio Lorusso, edito da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri 

Nasce la Sua pagina in italiano. Comincia e come tutto finirà… Intanto vi segnalo un reportage 2012 sulla Santa Muerte da Linkiesta.It

Mentre scorri le meraviglie di questa Santa Pagina Web e clicchi su foto, video e link vari…ascoltati anche questo radio reportage di Sara Milanese / Radio Popolare sulla Santísima Muerte.

Per ora invito a leggere L’intervista esclusiva alla Santa Muerte LINK INTERVISTA (o la versione in spagnolo dal settimanale messicano La Jornada Semanal) e anche questo articolo: LINK Articolo

Scarica il numero speciale della rivista accademica della UAM (Universidad Autónoma Metropolitana) di Città del Messico sulla Santa Muerte e San Judas Tadeo, “La religión y los jóvenes”: QUI LINK   La rivista si chiama El Cotidiano, numero 169, settembre ottobre 2011, anno 26, ISSN 1186-0840.

Dorata. Per i soldi e la prosperità. Ma l’importante è crederci, il colore viene dopo la fede.

Questa che avete appena visto (suppongo) è una salsa scritta per la Santissima Muerte come espressione della cultura popolare dedicata a questa particolare icona. Esistono anche canzoni di altri generi che sono votate alla Santa: rap, corridos, cumbia, musica banda o ranchera, ecc…sotto altri esempi in video.

Nera con Pit Bull di cartone rigido al seguito, doppia protezione.

Un devoto ricarica la batteria dello spirito toccando il vetro dell’altare principale di Tepito, Città del Messico.

Video qui sopra: spiegazione e lettura dall’articolo “Quei dieci milioni di devoti di Santa Muerte” (PARTE I e PARTE II), di Fabrizio Lorusso, L’Unità, p. 42-43 – Sezione cultura del 2 febbraio 2012, all’interno del programma radiofonico di Radio3 Rai – Pagina 3

Un devoto con tre tatuaggi (che sintetizzano molto bene l’iconografia più comune!) della Santisima Muerte che le sta chiedendo qualcosa con affetto minaccioso…

Un documentario di un quarto d’ora in spagnolo sul culto alla Santa Muerte nella città di Saltillo, nel nord del Messico. Buona visione!

Sopra: Foto di una Santa Muerte siciliana !

Sotto: Devoto nella sala dei ceri presso l’altare di Tepito calle Alfareria 12.

Sotto: Video con diapositive presentazione presso l’università L’Orientale – Napoli

Per chi volesse prendere visione delle slide con calma, a questo LINK

Altare da strada con simpatizzanti. Lo scambio di piccoli doni, dolci, fiori, figurine, tequila, birra, sigarette e qualunque altro oggetto la gente voglia e senta di poter condividere costituisce uno degli elementi che creano nessi di solidarietà e formano un’identità peculiare tra chi partecipa al rosario della Santissima Morte.

Presentazione Power point musicata e editata della conferenza tenuta alla Universidad Autonoma Metropolitana sede Xochimilco, Uam-X, il giorno 24 febbraio 2011 nel seminario Jueves de Sociologia sulla Santa Muerte e altri culti metropolitani.

Fotos de las diapositivas / Foto di ogni singola slide

https://picasaweb.google.com/UAMX Presentacion

La Santita, Niña blanca, Niña bonita, La Patrona, La Jefa (=capo, madre), La Comadre, La Hermosa, Hermana blanca, La Señora. Sono solo alcuni soprannomi e vezzeggiativi con cui viene chiamata la Santissima Morte.

C’è chi percorre centinaia di metri in ginocchio e ha la precedenza nella lunga fila di devoti che si dirigono quotidianamente all’altare principale di Città del Messico, a Tepito. Per saperne di più sul quartiere visita questo LINK. Sotto un video dei mariachi, musicisti tradizionali messicani, che vengono inviati presso l’altare della Santa per ripagarla di qualche favore ricevuto.

Fino a qui hai visto le splendide foto di Giuseppe Spina. Seguono le “un po’ meno meravigliose” riprese di Fabrizio Lorusso…

Ritratto della bellissima Yemayà multicolore o dei sette poteri con scapolario della Santa Morte al collo e cero bianco propiziatorio. Yemayà è una orisha, divinità cubana della santeria o “regla de Osha Ifà” e della tradizione africana Yoruba, e in alcuni casi viene a sostituire l’immagine della Santa Muerte. Yemayà è la padrona del mare e della luna e rappresenta la dea della maternità universale e delle acque salubri. Il sincretismo con la religione cattolica l’ha identificata come la Madonna della Regla o Virgen de la Regla.

Album fotografici di Fabrizio Lorusso nel macabro barrio de Tepito. A questi link.

(1) Anniversario / compleanno della Santissima Morte di Alfarerìa 12 (30 novembre 2010)

(2) Selezione di foto 2009-2010 con intrusi (cioè alcuni teschi o calaveras del Dìa de Muertos, il giorno dei morti “cattolico” e turistico).

Ora un video con l’inizio del rosario alla Santa Muerte recitato da Jesùs Romero in Calle Alfarerìa 12 alle 5 del pomeriggio. Il rosario è un gran momento di convivenza e catarsi collettiva che, senza negare la tradizione cattolica di preghiera alla Madonna, a Dio e a Gesù Cristo, include la Santa Muerte come intercessore di fronte a Dio (con un rango pari a quello di Gesù) e la rende oggetto di venerazione come succede con altri Santi riconosciuti, per esempio San Giuda Taddeo.

Invece adesso aggiungo anche queste due letture d’obbligo intitolate “La Morte al Tuo Fianco 1” e “La Morte al Tuo Fianco 2”:

UNA lettura bella LINK ————- DUE lettura molto bella LINK

Origini e sincretismi del culto alla Niña Blanca (Bambina Bianca)

Per farla breve. Non esiste un accordo  circa le origini del culto alla Santa Morte ma solo alcune possibili piste che confluiscono nella versione attuale di questo fenomeno culturale e religioso.

Uno. Culto precolombiano ai padroni del regno dei morti Mictlàn che possiamo assimilare all’Ade (chiaramente è una semplificazione leggermente etnocentrica ma è per capirci). I popoli mesoamericani, tra cui i Mexicas o Aztechi, adoravano Miclantecuhtli e Mictecacihuatl, signore e signora della morte.

Due. Iconografia medievale e barocca europea, soprattutto italiana, caldea e spagnola, della morte come figura femminile con falce, bilancia e clessidra. Presente in alcuni cimiteri, chiese e ossari costruiti dei secoli XVII e XVIII, viene anche associata alle immagini della Buona Morte o Morte Santa e della Danza Macabra. Sulle origini dell’immagine della Santa Muerte in Italia con una nota speciale su Teglio, piccolo paese della Valtellina e il suo ossario: Link all’articolo specifico… e anche al suo seguito versione 2011

Tre. Culto del giorno dei morti cattolico rivisitato in Messico in base a un mix di tradizioni indigene preesistenti ed elementi del nazionalismo messicano post-rivoluzionario (soprattutto a partire dalla presidenza di Lazaro Cardenas dal 1934 al 1940). Interrompiamo con un pezzo hip hop per la Santa Muerte del rapper Mr Vico, trascinante e lancinante:

Un processo di assimilazione e addomesticamento della morte basato anche sull’opera grafica dell’illustratore Josè Guadalupe Posada. Dai teschi e dalle figure collocati sugli altari delle offerte (ofrendas) per l’1-2 novembre all’immagine odierna della Santa Muerte il passo è breve, anche se non vanno confuse le due tradizioni.

Tipiche ofrendas del dìa de muertos

Quattro. Elementi della Santeria, del Palo Mayombe e della religione Yoruba di origine africana importate a Cuba e nei Caraibi dagli schiavi di colore strappati all’Africa dalle potenze coloniali dell’epoca (Gran Bretagna, Francia, Spagna, Olanda, Portogallo, ecc…). Sotto: una statua di Yemayà in Brasile.

Cinque. Culti popolari ai Santi cattolici e non, a personaggi carismatici come Pancho Villa, Jesùs Malverde, il Niño Fidencio, Diego Duende e altri. Tra questi si potrebbe annoverare la figura della Santa Muerte ripresa dalla tradizione barocca imposta dagli spagnoli durante la conquista e nell’epoca coloniale e sopravvissuta alle successive persecuzioni dell’Inquisizione. Sebbene la Chiesa utilizzò la morte per creare cofradìas o confraternite per garantire una buona morte ai fedeli facoltosi, poi perseguitò la sua immagine e il culto “deviato” che le rendevano gli indigeni, accusati di idolatria e paganesimo. Le immagini e le devozioni legate alla morte sono quindi sopravvissute nella clandestinità fino a pochi anni fa, anche grazie al ruolo delle guardiane e delle famiglie dei settori rurali e marginali delle metropoli che le hanno sapute conservare e mantenere in vita come figure Sante. Solo un esempio tra i tanti: immagine del Niño de las Suertes, venerata a Tacubaya, Città del Messico; rappresenta per molti devoti la Santa Muerte sotto mentite spoglie (probabilmente per la presenza del teschio su cui dorme Gesù bambino).

Sei. Postmodernismo e Internet. La versione attuale del culto alla Santa Morte è venuta alla luce negli ultimi 15 anni ed è stata ripetutamente strumentalizzata e mistificata dai mass media e da tutte le Chiese, quella cattolica in primis. Si nutre oggi di un postmodernismo iconografico e culturale per cui ognuno aggrega elementi fantasiosi all’immagine e alle pratiche del culto ricreandolo continuamente. I precetti “da seguire” non esistono ma vi sono delle tendenze comuni che stanno conformando una “convergenza liturgica” e iconografica notevoli. Il popolo, la gente, crea e ricrea la fede e le sue forme e le diffonde per la strada ma anche e soprattutto su Internet rendendole mediatiche, globali e digitali. Anche il marketing di massa, gli apporti della cinematografia e la contaminazione con l’iconografia heavy metal, gotica e death stanno modificando alcuni aspetti del culto. Ecco una Santa Muerte di nome Ruby dipinta su una maglietta.

Sette. Carcere. Narcotraffico. Mercati. Barrios: Merced e Tepito. Alcuni attribuiscono al mondo delle prigioni e della delinquenza, soprattutto il mondo del narcotraffico, l’origine del culto alla Santa Morte. Sebbene sia assodato che nella popolazione carceraria attualmente la Santa abbia molto successo, non vi sono studi seri circa la sua nascita effettiva nei reclusori. Stesso discorso per il Mercado de Sonora, un grande mercato coperto, vicino alla zona popolare della Merced nel centro di Città del Messico, che è il punto di riferimento per la vendita di prodotti e immagini varie legate al culto e dove lavorano alcuni tra i più longevi e ferventi devoti. Invece nei quartieri della Merced, nella colonia Morelos, a Tepito e dintorni, cioè nella zona centro nord e centro est della capitale, s’identifica la possibile origine del culto nella sua versione moderna (intendo a partire dalla metà del XX secolo). Su Tepito ci sono testimonianze chiare e univoche in opere letterarie come Los Hijos de Sànchez de Oscar Lewis in cui si parla della Santa morte nel 1961.

Sul calcio della pistola un’immagine di San Judas Tadeo, Santo delle cause disperate.

Mercato…

Come ulteriore testimonianza inserisco un video che riprende i devoti e le offerte di strada proprio a Tepito.

Esistono anche altri punti di riferimento importanti fuori da Città del Messico per determinare le origini del culto che non espongo qui ora…e allora lascio giù un video notturno dei cori e della pratica del pureo (cioè la purificazione della statua con un sigaro cubano o puro) girato a Tepito.

Propongo di seguito una descrizione deliziosa e forse inquietante di un’antica confraternita italiana e cattolica che si occupava della Buona Morte (vedi punti Cinque e Due di cui sopra).

La Confraternita della Buona Morte
Uomini “onesti” di ogni ceto, religiosi ma anche laici: ecco il requisito essenziale per essere ammessi nella Confraternita della Buona Morte, fondata dal sacerdote durantino Giulio Timotei. Una delle otto confraternite che contribuivano al buon governo di Urbania, come la Compagnia della Misericordia e la Confraternita del Buon Gesù.
11 giugno 1567: prima riunione dei confratelli, dodici come gli apostoli. San Giovanni decollato è il loro patrono. Lo stesso giorno è anche occasione per promulgare lo statuto, che il cardinale Giulio Feltrio Della Rovere (fratello del duca Guidobaldo II) sanziona l’11 aprile 1571.
Così comincia la vita della Confraternita. I fratelli trasportano gratuitamente i cadaveri, assistono moribondi e condannati a morte, visitano ogni settimana ammalati e carcerati e distribuiscono elemosine ai poveri. Un’opera sociale importante, non menzionata negli statuti ma documentata da atti ufficiali d’archivio, è la distribuzione del seme di grano ai contadini rimasti senza riserve. Ma è l’organizzazione dei funerali l’attività che li consacra alla storia. Funerali carichi di suggestione per noi che ne leggiamo i dettagli oggi, dopo più di due secoli, su documenti dell’epoca. Immaginiamo la folla riunita in chiesa per dare l’ultimo saluto a un concittadino. Il corpo arriva in una sorta di processione, trasportato dai confratelli. Lo adagiavano su una “scaletta”, una tavola di legno. E il corpo, avvolto in un sudario, arriva coperto da teli neri con simboli della morte.
I confratelli indossavano il rocchetto, la veste ecclesiastica di lino bianco, sormontato da un mantello nero su cui spiccava una placca di rame argentato sbalzata con il teschio e le tibie incrociate. Prima di uscire si calavano il cappuccio sul volto. Un modo di vestire che valse loro l’appellativo di “guercini”: per non cadere erano costretti a guardare in tralice, attraverso i fori del cappuccio. Il priore portava una mazza lignea scolpita ed era preceduto da uno stendardo di raso nero. In filo d’argento era damascata la, che il popolo chiamava “La Lucia”. La morte porta una corona, “perché è la vera regina dell’umanità”. Accanto a lei una serie di simboli: la falce che taglia la vita, la clessidra che ricorda quanto scorre veloce il tempo e le fiaccole della vita, rovesciate perché la vita si è spenta.
Il manoscritto degli statuti originali del 1567 è conservato nell’archivio della Curia Vescovile di Urbania. È rilegato in cuoio e consta di 19 carte recto-verso con filigrana (stemma della famiglie senese Piccolomini, croce caricata da cinque lune), di dimensione 27,5 x 20,5 cm. Alla carta 9 si legge l’approvazione autentica di Giulio Feltrio Della Rovere con il sigillo personale. Dalla carta 10 ci sono i “Nomi delli Fratelli della Morte”. Articolo Originale Link.

Chiesa della Morte a Molfetta Link a Wikipedia Molfetta e foto chiesa.

Tornando in Messico…video…


Se ve, se siente, la Santa está presente. Si vede, si sente, la Santa è presente.

Momenti di culto dopo una lunga attesa. Ricaricare le batterie dell’anima (vedi foto sopra anche…)

Un video realizzato da una “compagna di scuola”, studentessa del master in studi latino americani della Unam in Messico, sul Santo laico di Sinaloa Jesùs Malverde. BY STEPHANIE CORTES et YOLOXOCHITL MANCILLAS, ORIGINARIAS DE CULIACAN SINALOA…

Alcune risorse e articoli scaricabili e anche consigliabili…

0) La Santa Muerte e la stampa italiana  –  I Parte QUI –  II Parte QUI

1) Transformismos y transculturación de un culto novomestizo: la Santa Muerte mexicana di Juan Antonio Flores Martos   QUI

2) La Santa Muerte, articolo pro-cattolico del Church Forum; sulla stessa linea e molto dettagliato anche questi segnalati da Biblia y Tradición (chiaramente sono tutti contro il culto alla Niña Blanca di cui “tralasciano” molti elementi)  QUI

3) Crónicas de la Buena Muerte a la Santa Muerte di Elsa Malvido     QUI

4) La Santa muerte y la cultura de los derechos humanos di Pilar Castells  QUI

5) Santa entre los malditos, Felipe Gaytán Alcalá  QUI

6) Santa Muerte y Niño de las Suertes, Katia Perdigón   QUI

7) The Meaning of Death. Semiotica della Santa Muerte by Michalik  QUI

8) Primo capitolo in Pdf del libro La Santa Muerte di José Gil Olmos  QUI

9) Univ. di Londra, Santa Muerte un culto descrittivo, in spagnolo  QUI

10) In inglese un articolo con la visione mistificata dagli Stati Uniti: The Death cult of drug lords Mexico   QUI

11) Recensione del libro di Katia Perdigón, La Santa Muerte, protectora de los hombres  QUI

12) Reportage “Troubled Spirits” del National Geographic QUI e foto QUI

13) Fotogalleria del Times  QUI

14) Il culto raccontato da una ricerca web di un blogger QUI

15) Fotogalleria de La Stampa  QUI

A seguire, per spezzare un attimo la serie interminabile di link, due video trailer del film “El último refugio” sul santo popolare argentino, Gauchito Gil, che ha alcune analogie con il messicano Jesús Malverde e la stessa Santa Muerte. Quest’ultima ha un cugino argentino di primo grado, molto simile a lei, che si chiama San La Muerte, molto popolare nella provincia di Corrientes, proprio come il Gaucho Antonio Gil.


Continuo coi link…

16) Reportage di Opificio Ciclope, Bologna   QUI e   QUI

17) La Madonna che ama la Morte sulla Rivista InStoria     QUI

18) WikiPedia in Italiano Santa Morte   QUI

19) Chiesa Santa Maria dell’Orazione e Morte a Roma (QUI) e confraternita (QUI)

20) Foto galleria con oltre 5000 immagini della Santa Muerte e relativi accessori, tatuaggi, oggetti vari, eccetera a Los Angeles e in Messico    QUI

21) Un articolo in italiano con riflessioni antropologiche di Andrea Bocchi Modrone   QUI

21) La Stampa, quotidiano italiano: foto con didascalie (un po’ datate)   QUI

22) Contro il culto: Libro “Condenación Eterna”  QUI

23) Indice di una tesi esemplificativo sulla Santa Muerte nella capitale dello stato messicano di San Luís Potosí        QUI

24) Intervista trascritta. Entrevista con el maestro Roberto García Zavala, sobre los cultos populares y la adoración a la Santa Muerte en México.  QUI

25) 2 Reportage di Proceso sulla Santa Muerte a Guadalajara 1-QUI (la fe nos mueve) e 2-QUI (nueva devoción en Guadalajara) anche la audio intervista al giornalista di proceso Julío Ríos, 3 marzo 2011    QUI

26) Entrevista con la Santa Muerte di Fabrizio Lorusso, La Jornada Semanal,            8 maggio 2011  QUI

27) Santa Muerte: foto-galleria personale QUI  e video canale YouTube QUI

28) Mini reportage BBC Mundo 1/6/11 “La ascensión de la Santa Muerte”  QUI

29)  Entrevista completa con la Santa Muerte (versione lunga in spagnolo), articolo di Fabrizio Lorusso, Rivista Visioni LatinoAmericane della Università di Trieste   QUI

30) Harta Calaca, articolo di Guillermo Sheridan sulla rivista messicana Letras Libres del maggio 2005          QUI

31)  A questo link i tre video della conferenza tenuta a Torino da Fabrizio Lorusso (io), al Café Liber, sulla Santa Muerte in collaborazione con il Dipartimento di Studi politici dell’Università di Torino. Si ringraziano Tiziana Bertaccini, Marco Bellingeri, Roberto Novaresio e tutta la gente del Cafè Liber.

32) Articolo sulla festa di San Pacual Bailón in Chiapas, patrono della Iglesia Católica Ortodoxa mexicana QUI e link al blog della diocesi dei preti guaritori di suddetta chiesa che hanno incorporato la Santa Muerte tra le figure devozionali della loro Chiesa QUI

33) Breviario in spagnolo sul culto nella sua versione “esoterica”  QUI

34) Video del gruppo “Embargo” intitolato Santa Muerte  QUI

35) Articolo del LA TIMES in inglese sulle lotte intestine tra i presunti leader del culto in Messico QUI

36) Articolo sulla storia della Santa Muerte in italiano QUI

37) Video reportage di 6 minuti sulla Santa di un blogger di LA TIMES QUI

38) Sulla cosiddetta guerra santa tra la Chiesa e la Santa Muerte QUI

39) Da Repubblica + .it un articolo che cita la Santa Muerte di striscio… QUI

40) Reportage BBC su María Lionza, santa popolare venezuelana QUI

41) Radio Reportage in italiano sulla Santa Muerte di Sara Milanese QUI

42) Rivista El Cotidiano – No 169 dedicato alla Santa Muerte PDF completo QUI

43) Tepito, Mexico’s grim reaper saint   QUI

44) Sistema trasmutatorio Santisima muerte di Daniele Mansuino   QUI

45) Santisima Muerte Mexican Flok saint (libro)   QUI

46) Articolo su Donna Sebastiana (un’origine iconografica della Santa Muerte)   QUI

47) Magia y brujería en México di Lilian Scheffler   QUI

(Nel video sopra: la canzone di salsa del gruppo Los Llayras nel video ufficiale. Compare l’auto-nominato Arcivescovo della Santa Muerte David Romo con alcuni devoti durante alcune scene della sua liturgia. Attualmente Romo è in carcere in attesa di giudizio, accusato nel gennaio 2011 di sequestro di persona).

48) Breviario con pratiche e riti della devozione QUI

49) Preghiere in inglese   QUI

50) San La Muerte – Tratado Santa Muerte   QUI

51) Reportage completo gennaio 2012 sulla Santa Muerte su Linkiesta.It  QUI

52) Articolo ironico in spagnolo su Inciclopedia   QUI

53) La Santuzza Farealata siciliana diventa la Santa Muerte – Prima expo in Italia di questa figura  QUI

54) Libro intero in inglese di B. Andrew Chesnut – Devoted to death – Santa Muerte – The Skeleton Saint   (Oxford Univ. Press)  QUI

55) Blog Post con bellissimi disegni e bozze Santa Muerte e i bambini QUI

56) Documentario sulla Santa Muerte a Saltillo nel Nord del Messico QUI

57) Foto e reportage di Max Gibson. Santa Muerte: The Cult of Saint Death QUI

58) Ottima galleria fotografica sulla Santissima Muerte  QUI

59) Repressione e Santa Muerte da La Stampa Multimedia, negano il visto USA ad adepto: QUI

60) Post in inglese sulla Santa Muerte di Curandero Güero: QUI

61) Il sito Holy Death punto Com: QUI

62) Foto di Time.Com: QUI

63) “L’armadio della Santa Muerte” da un blog della rivista Gatopardo: QUI

64) La Santa Muerte, post del blog Dama de Negro: QUI

65) Aggiornamento dei trailer e documentari dell’Opificio Ciclope! QUI

66) In inglese, Crónicas de la Santa Muerte (storia riassunta): QUI

67) Documentario del 2012 di canale ONCE TV Messico – Santa Muerte

68) Dal blog “Miles Christi”: Santa Muerte culto falso QUI

69) “Bajo el manto de la Santa Muerte”, articolo “critico” El País QUI

70) Fotoreportage su Repubblica.It   QUI

71) Blog SKELETON SAINT Most Holy Death QUI

72) Report dell’FBI in tre parti. Santa Muerte: Inspired and Ritualistic Killigs  – UNO  DUE   TRE

73) Altri link d’interesse, curiosi o semplicemente bizzarri in italiano, in genere recenti, che parlano del fenomeno:

http://www.almaradio.it/blog/il-culto-della-santa-muerte-e-l’eterno-dualismo-messicano/

https://ilterzoorecchio.wordpress.com/2011/01/04/il-potere-dellacqua/

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/07/14/news/da_re_maya_alla_santa_muerte_ecco_l_italia_delle_mille_sette-18441036/

http://gazzettadelmistero.blogspot.com/2011/11/santa-muerte.html#comment-form

http://www.ilcrogiuolo.it/wordpress/index.php/tag/la-santisima-muerte/

http://enigmaeparadigma.fotoblog.it/archive/2011/09/22/santa-muerte.html

http://www.ilreamedinverno.com/vmchk/polveri-e-pozioni/incenso-della-santa-muerte.asp

http://www.ilreamedinverno.com/vmchk/la-santisima-muerte-anonimo.php

Sopra avete visto… Mini mostra fotografica della Santa Muerte a Tepito e dintorni, Città del Messico. Autunno 2011, incipiente. Stop.

…chiudo (per ora) con il trailer del documentario di Opificio Ciclope sottotitolato in italiano…



Prossimamente altri aggiornamenti su questo blog se Lei non ci porta via prima…Amen e…un ultimo Rap, poi una cumbia colombiana e un narco-corrido intitolato Reina de Reinas (Regina di Regine):


Santa Muerte Patrona recensita su @lavoroculturale

Santa Muerte meticcia, libertaria e clandestina (dal blog Il Lavoro Culturale) – Di 15 settembre 2014 – Recensione al libro di Fabrizio Lorusso, “Santa Muerte Patrona dell’Umanità“, (Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2013).

Sono carne e spirito delle Americhe, sono meticcia, sono figlia di una figlia di una figlia nata dallo stupro dei guerrieri avidi d’oro, perché i Conquistatori non si portarono donne al seguito e violando la carne delle indigene diedero origine a ciò che siamo: non fu vittoria, non fu sconfitta, fu la dolorosa nascita della civiltà meticcia, fusione inestricabile di passato che non passa, memoria che non si spegne, vita che nasce dalla morte e morte che dà la vita…
(P. Cacucci, Viva la vida!, Feltrinelli, 2010, p. 48)

Cumple Santa Tepito 2013 176 (Small)

Santa Muerte Patrona dell’Umanità è un libro meticcio come il culto che indaga. Un’opera impregnata di sincretismo nei contenuti e nelle forme. Racconta la violenza dell’amplesso inferto dai santi cristiani contro Mictecacíhuatl, regina dell’inframundo azteco, e dell’orgia che ne seguì a cui presero parte madonne cristiane e divinità africane yoruba. Con la croce e con la spada s’impose dall’alto la con-fusione dei corpi e degli spiriti, ma ben presto con il meticciato e l’autonomia dei quilombos si reinterpretarono, in chiave resistenziale e dal basso, le violenze subite.

Il culto della Santa Muerte si inserisce a pieno titolo nella babylon di credenze nate in territorio americano a seguito di tali violenze. Per secoli relegata sulle montagne e tra le mura domestiche, la devozione alla Santa, è riemersa come un fiume carsico in piena agli inizi degli anni duemila. Il 31 ottobre 2001 segna la definitiva uscita dalla clandestinità del culto, quando tra le bancarelle del barrio mercato di Tepito (Città del Messico), una donna di cinquantasei anni espone pubblicamente una statua a dimensioni naturali della Santa Muerte. Si chiama Enriqueta Romero Romero, ma tutti la conoscono come Doña Queta, guardiana dell’altare e inconsapevole autrice di un gesto rivoluzionario che ha fatto uscire dall’ombra migliaia di devoti.

Si stima ci siano dai tre ai dieci milioni di fedeli sparsi per il mondo tra Messico, Stati Uniti, Salvador, Guatemala, Honduras, Colombia, Argentina e Giappone. È risaputo infatti che la Santa Muerte non conosce confini, o meglio: non li riconosce. Se ammettesse la loro esistenza, tollerasse le dogane, i metal detector e i visti sul passaporto, la sua libertà verrebbe continuamente condizionata dalle interminabili file per il permesso di soggiorno, dalle ore d’attesa nei gate degli aeroporti e dalle perquisizioni. Che di certo bloccherebbero l’imbarco di quella sacca da hockey, dal contenuto registrato come attrezzo sportivo, in cui si nasconde la fedelissima falce.

Pensate poi cosa dovrebbe inventarsi se, dopo aver fatto visita a un anti-castrista cubano di Miami, volesse recarsi in tutta fretta dal cugino, rimasto a Cuba e fedele al regime. I voli per l’isola dal suolo a stelle e strisce sono vietati e il giro della morte a cui sarebbe costretta la porterebbe a far scalo in Centro America o in Canada prima di approdare nel paese dellaRevolución.

Cumple Santa Tepito 2013 065 (Small)

Una volta atterrata, esausta dalla tanta fatica che gli interessi di governo le impongono, non ci penserebbe due volte a godersi, in un qualche secaderos di Viñales, un puro in compagnia di sua cugina Yemayá, la regina dei mari e degli dei. Tutto ciò contribuirebbe a minare la sua maniera di lavorare che si fonda su principi democratici e libertari che non contemplano distinzioni di classe, genere o nazionalità.

La clandestinità per la Santa rappresenta infatti una scelta politica che garantisce l’abolizione del privilegio e l’orizzontalità della decisione. Per i suoi devoti invece è una costrizione imposta dall’alto. Molti di loro, alcune migliaia di messicani, hanno varcato frontiere illegalmente e esportato il culto negli Stati Uniti. Altri sono caduti sotto i colpi di fucile dei pistoleros texani. Altri ancora sono stati costretti per secoli dalle autorità statali ed ecclesiastiche a mantenere il culto segreto e a non praticare pubblicamente la propria devozione. Sempre per necessità e non per scelta.

Fabrizio Lorusso racconta questo e molto altro con uno stile semplice e un linguaggio orizzontale che abbraccia più voci: la sua, quella dei devoti incontrati nel quartiere di Tepito e in giro per il Messico, quella dei media che manipolano la realtà in modo sensazionalistico e quella sotterranea della Santa, che si può solo credere d’intuire tra le righe del testo. Ma il grande merito dell’autore sta nel forzare la mano del genere, ibridare la scrittura e creare quel sincretismo letterario che dà profondità all’opera e allo stesso tempo la rende perfettamente fruibile.

Santa Muerte Patrona dell’Umanità è, infatti, un saggio, perché rappresenta uno degli studi sul campo più approfonditi sul culto messicano della Santa Muerte; ma è anche un diario di viaggio, perché l’autore è abile a dare testimonianza orale e visiva del percorso che l’ha portato ad avvicinarsi al barrio bravo di Tepito, alla sua gente e alla santa; ed è ancora un testo di denuncia sociale dal basso, perché prende posizione contro l’autoritarismo e la smania centralizzatrice di Chiesa cattolica e governo messicano, sintesi estreme del dogma religioso e della cultura istituzionalizzata. Non c’è dubbio che il culto della Santa Muerte, che si fonda su pratiche democratiche e libertarie – fuggendo personalismi e commercializzazioni – abbia trovato nella scrittura critica di Fabrizio Lorusso una voce complice per raccontare la sua storia.

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GHOST TRACK

Santa Muerte in Valle d’Aosta – Espace Populaire, 10 gennaio 2014

Da Tepito, el barrio bravo di Città del Messico, alle montagne innevate dell’ovattata Aosta. La Santa Muerte rossa è arrivata in visita nella regione a statuto speciale per portare un po’ di passione. Qualcuno ha provato a spiegargli la bufala del francese e la differenza tra l’UV-Union Valdôtaine e UVP-Union Valdôtaine Progressiste ma era poco interessata ai partiti e ai giochi di potere intorno alla lingua d’oltralpe. Non ha detto quasi nulla per tutta la serata, ma si è informata sulle condizioni dei nordafricani che lavorano tra le vacche e la neve in alpeggio. In chiusura d’incontro ha borbottato una frase in spagnolo, che molti non hanno sentito e i più non hanno capito: «ver crecer las flores desde abajo no es tan malo como todo el mundo cree»[1].

[Questo testo è già apparso pubblicato sul “l’Unità” del 5 febbraio 2014]

[1] Traduzione: «vedere crescere i fiori dal basso non è poi così male come tutti credono». In A. Prunetti, Il Fioraio di Perón, Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2010, p. 113, Oreste minaccia di morte Alfredo con una frase, scritta su un foglio con lettere ritagliate dai giornali, che recita: «El nieto del florista verá crecer las flores desde abajo», trad. «il nipote del fioraio vedrà crescere i fiori dal basso», ovvero sdraiato in un fosso.


Santa Muerte Patrona dell’Umanità su Treccani.It

Santa Muerte blanco y negro

[Riporto l’incipit dell’articolo di Lucia Ceci (“La Madonna che fa l’inchino ai narcos”) sulla Santa Muerte che è uscito il 15 luglio scorso sul sito Treccani.It nella sezione Società e cita il libro Santa Muerte Patrona dell’Umanità – Stampa Altaernativa, 2013]

Altro che Oppido Mamertina. Altro che inchini della statua davanti alla casa del boss. La chiamano la Madonna dei narcos. Ma anche SeñoraNiña blancaFlacaComadre,HermosaBonita. È la Santa Muerte, il cui culto è riesploso in Messico a partire dagli anni Novanta, dopo secoli trascorsi ai margini della società o nei suoi sotterranei, dove era stata sospinta dalle condanne dell’Inquisizione, dagli strali dei pentecostali, dalle riprovazioni dei Testimoni di Geova.

Il suo volto scheletrico è avvolto in un abito semplice o sontuoso: la Flaca può vestirsi di rosso, di rosa, di nero, di giallo, di verde, di azzurro, anche se il suo colore preferito è il bianco osso, cui è associato l’allontanamento di invidie e rancori da case e negozi. In mano la Patrona può tenere la falce, oppure la bilancia e il globo terrestre. L’aspetto è inquietante e macabro, ma i suoi devoti la ritengono una presenza spirituale benevola, per questo le riservano appellativi graziosi come HermosaBonita, Niña blanca. La invocano come intermediaria tra l’uomo e Dio, ne ornano immagini e altari, la nutrono con tortillas e rum, la credono dotata di poteri pari a quelli di Cristo. Come ricorda Fabrizio Lorusso nel volume Santa muerte patrona dell’umanità, la Bonita racchiude in sé un mix fuggevole e postmoderno che fonde tradizioni iconografiche e liturgiche d’origine precolombiana, africana, europea.

La Hermosa è dotata di poteri di protezione e guarigione adatti a tutti i contesti sociali. Non a caso il numero dei suoi devoti si stima possa arrivare ai dieci milioni di fedeli, sparsi tra Messico, Stati Uniti, El Salvador, Guatemala, Honduras, Colombia, Argentina. Cosa si chiede alla Patrona? Protezione, sicurezza, lavoro, salute, soldi. CONTINUA QUI…